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giovedì 11 agosto 2016

Il pomodoro, pomme d'amour (glossario) Ricetta: Crescioni pomodoro e mozzarella

articolo di Lina Mazzotti per 

Il Vecchio Continente ha conosciuto il pomodoro solo dopo la scoperta dell’America nel 1492. La sua conoscenza ed in seguito l’ utilizzo ha cambiato radicalmente il precedente modo di alimentarsi.

E’ un ortaggio a pianta annuale che teme il gelo dunque la sua crescita è favorita dal clima italiano durante il periodo estivo, i suoi frutti maturi sono di colore rosso e oggi costituisce un ingrediente unico e indispensabile nella cucina di molti paesi del mondo.

Storia
 L’origine del pomodoro è tra il Messico e il Perù. Gli Aztechi lo chiamarono “xitomatl“,il termine “tomatl” indicava vari frutti sugosi, la sua salsa divenne fondamentale nella loro cucina. Si credeva che il pomodoro avesse proprietà afrodisiache, per questo i francesi anticamente lo definivano “pomme d’amour“, pomo d’amore. Si pensa che dopo la sua introduzione in Europa, sirsir Walter Raleigh avrebbe donato questa piantina carica dei suoi frutti alla regina Elisabetta, battezzandola con il nome di apples of love (pomo d’amore).
La data della sua entrata in Europa è il 1540 e fu lo spagnolo Hernán Cortés che ne portò degli esemplari, ma soltando nella seconda metà del XVII secolo iniziarono le coltivazioni, arrivando nel sud d’Italia intorno al 1596 col suo colore oro originario che suggerì il nome alla pianta, l’attuale rosso è sucessivo grazie a selezioni e innesti.

Inizialmente veniva considerata una pianta velenosa per la somiglianza all’erba morella Solanum nigrum. Infatti veniva usata insieme alla patata come pianta decorativa, i ricchi ne ornavano le finestre e i cortili.
In Spagna i primi pomodori furono piantati nell’orto del medico e botanico Nicolàs Monardes Alfaro, autore del libro “Delle cose che vengono portate dall’Indie Occidentali pertinenti all’uso della medicina” (1565 – 1574) per la prima volta il pomodoro è inteso come coltura con proprietà curative con utilizzo farmacologico e gastronomico.

sabato 5 marzo 2016

Arancia : glossario...con tantissime ricette

articolo di Lina Mazzotti

L’arancia è un agrume dal profumo delizioso, un frutto molto saporito dell'albero dell'arancio. Originario della Cina e del sud-est asiatico, questo tipico frutto invernale sarebbe stato importato in Europa solo nel XIV secolo da marinai portoghesi. Tuttavia alcuni testi antico-romani ne parlano già nel I secolo; veniva coltivata in Sicilia dove era chiamato melarancia, il che potrebbe significare che il frutto avesse raggiunto l'Europa via terra. Probabilmente l'arancio giunse davvero in Europa per la via della seta, ma la coltivazione prese piede solo nella calda Sicilia, dove la sua diffusione si arenò. Solo dopo secoli venne riscoperto dai marinai portoghesi. In letteratura assunse l'appellativo di portogallo fino al 1800.

L'arancia si assicura il primato dell'agrume più consumato e diffuso al mondo, sono coltivate centinaia di varietà differenti.
Le arance sono suddivise in due grandi gruppi:
-  le pigmentate, con le varietà tarocco, moro e sanguinello: ideali da spremere.
- le bionde, con le varietà naveline, ovale, valencia: ottime da mangiare. L'Italia si classifica al 5° posto nella graduatoria dei maggiori produttori,mentre il Brasile è al primo posto.

Proprietà
L'agrume ha tante proprietà benefiche per la salute, molto versatile perché si può consumare in diversi modi senza rischiare di comprometterne il sapore e le proprietà. Con l’arancia, si possono preparare dolci e dessert, succhi, macedonie, insalate e altri piatti e la sua polpa deliziosa e succosa contiene molta vitamina C, flavonoidi ed oli essenziali e beta-carotene che insieme hanno grandi proprietà antiossidanti ed aiutano a proteggere l’organismo da malattie vascolari, cardiache, degenerative, da malattie tumorali e combatte il colesterolo e l'obesità e aiuta ad abassare la febbre.
Inoltre ha un ruolo fondamentale nell’organismo perché contribuisce alla formazione di collagene, delle ossa, dei denti, dei globuli rossi, favorisce l’assorbimento del ferro degli alimenti e protegge dalle infezioni. Con L'acido citrico e gli oligoelementi di cui ne è ricca la fa diventare una grande alleata nei momenti di stress.
È depurativa, contribuendo ad eliminare le sostanze che non sono state metabolizzate e che si sono accumulate nell’organismo nei diversi organi. Ha, inoltre, proprietà disinfettanti e microbicide che aiutano a migliorare la salute dell’organismo. Stimola l’apparato digerente con il magnesio, un minerale che ha a che vedere con il buon funzionamento dell’intestino, dei nervi e dei muscoli. Funge da analgesico in caso di mal di stomaco, disinfetta ed elimina i residui per facilitare la digesione.
Si prende cura della salute della pelle mantenendola idratata e sana, stimolando i tessuti,attivando la circolazione, perciò oltre a bere il succo d’arancia puro, è consigliato di fare impacchi sul viso con la polpa dell’arancia per 15 minuti.

Maschera viso con arancia e miele
Questa maschera stimola la circolazione sanguigna e riduce la secrezione del sebo. E’ consigliata per le pelli normali con tendenza ad ingrassarsi. Per questa maschera sono necessari: un’arancia frullata, 2 cucchiaini di miele.
Mescolare gli ingredienti e applicare la maschera sulla pelle pulita. Lasciare agire per 20-30 minuti, poi sciacquare il viso con acqua tiepida, poi con acqua fredda per un recupero completo della pelle.

Maschera per capelli all’arancia e limone
Frullare la scorza di mezza arancia e mezzo limone insieme al loro succo e a due cucchiai di olio di oliva. Stendere l’impacco sui capelli e massaggiate delicatamente con le mani. Coprite il capo con l’asciugamano e lasciate agire per 10 minuti, poi lavate i capelli come sempre.

Uso in cucina
Le arance sono ottime consumate semplicemente come frutta, o in dissetanti spremute.
Inoltre sono utilizzate per la preparazione di dolci e dessert, marmellate, bevande e liquori, ma anche per alcuni secondi piatti dal gusto agrodolce, come la squisita anatra all'arancia, nel pesce e nelle verdure per conferire un sapore speciale.
Le scorze possono essere candite e adoperate per la guarnizione di dolci.

Biscotti all'arancia
Grattugiare tre arance biologiche ( senza la parte bianca che è amara) e impastare la scorza insieme a 180 gr di burro, 400 gr farina, 200 gr zucchero e una puntina di bicarbonato. Aggiungete gradualmente il succo delle arance e lavorate l’impasto fino a ottenere una pasta con consistenza simile alla pasta frolla. Stendere l'impasto facendo dei biscotti di varie forme con spessore di un centimetro disponendoli nella teglia imburrata e nel forno preriscaldato a 180 gradi per 15 minuti.

Insalata con arancia
Oltre a mangiarle al naturale o in macedonia, le arance sono ottime per essere abbinate agli ortaggi nella preparazione di insalate drenanti, gustandole ogni giorno per un mese come antipasto a pranzo si proverà meno fame e la ritenzione idrica migliorerà.
Basta prendere un' arancia, sbucciala, affettarla a rondelle e metterla in una ciotola; aggiungere qualche foglia di insalata (meglio se di tipo croccante, come l'indivia belga ) un carciofo crudo tagliato sottile e un piccolo finocchio affettato e poi condire il tutto con un cucchiaino di olio extravergine d'oliva e un'acciuga dissalata. L'effetto antigonfiore è assicurato!

Polpette all'arancia
In una terrina si unisce a 400 gr di carne macinata un'uovo intero, 160 gr di mollica di pane ammollato nel latte,un ciuffetto di prezzemolo tritato, un pò di capperi dissalati, una puntina d'aglio, tre cucchiai di pecorino grattugiato, la buccia di un'arancia tritata finemente, sale e pepe q.b. Impastare il tutto molto bene per avere un composto omogeneo, formando delle piccole polpettine, infarinarle adagiandole in una padella con olio caldo rosolandole per pochi minuti. Bagnarle con marsala secco e appena evaporata aggiungere il succo d'arancia e un mezzo bicchiere di latte, coprire e cuocere per una decina di minuti.

Tisana di bucce d'arancia
Un'arancia biologicha di cui si userà la buccia, senza parte bianca, due cucchiai di zucchero o miele, il tutto messo a bollire in 300 ml di acqua per 15 minuti bere dopo averla fatta riposare per 5 minuti. Molto utile quando si ha il raffreddore.

Profumare l’ambiente e detergere la casa
L’arancia ha un aroma delizioso che si può sfruttare per profumare le stanze e gli ambienti della casa. Si possono utilizzare gli oli della scorza d’arancia che rilasciano un profumo molto gradevole, oppure facendo essiccare le buccie aggiungendole a chiodi di garofano e a cannella.
Le bucce delle arance si possono pure utilizzare per rendere profumatissimo il forno, impregnato di cattivi odori, e dopo aver sottoposto all'interno dello stesso delle scorze a temperatura di 180 gradi.
Mentre per pulire e disinfettare le diverse superfici della casa si può utilizzare una mistura con poca acqua, aceto e scorze delle arance lasciandole a macerare per alcuni giorni,poi eliminare le buccie e filtrare. Si disporrà di un aceto agrumato fresco molto gradevole.

Curiosità sulle arance
Un'antica usanza che risale ai tempi delle crociate, in cui i cavalieri regalavano le zagare alle loro spose come simbolo di fecondità, secondo la tradizione saracena, ha fatto dei fiori di arancio il simbolo del matrimonio.
I fiori d' arancio o la zagara, utilizzati per le nozze, di cui si adorna la sposa, simboleggiano la verginità; tale usanza proviene da una leggenda per la quale una giovane vergine, dovendo convolare a nozze e non possedendo alcun gioiello, in modo miracoloso, assistette alla crescita spontanea, nel proprio giardino, di una pianta decorata di fiori delicati e profumati, di colore bianco; ne è rimasta talmente inebriata che si adornò il capo con la zagara, e da allora è nata la tradizione dei fiori di arancio per la sposa.

Nel 1860, durante l'armistizio di Palermo, Garibaldi si trova nel Palazzo Pretorio, dove dirige e coordina le operazioni contro le truppe borboniche, i generali lo trovano seduto su una poltroncina, con davanti a sé una sedia su cui erano disposti alcuni sigari, delle arance, un piccolo pugnale per sbucciarle offrendone spicchi mentre venivano lette le condizioni della tregua.Più volte venne rappresentato mentre offriva arance a soldati malati e mentre ne gustava personalmente.
Il racconto delle arance, nella letteratura siciliana, passa dal mito di Garibaldi all'allegorismo del Vittorini con il "venditore di arance", dal realismo del Verga con la miseria narrata con il racconto del tragico siciliano con la piccola moglie, costretto dalla miseria a mangiare arance che nessun altro avrebbe mai mangiato, fino alla nomenclatura di Consolo, con la descrizione reale ed attenta della flora e della fauna, utilizzando termini botanici.

Per quanto riguarda invece la letteratura internazionale si ricorda "La ragazza delle arance" di Josteine Gaarder, "Cinque quarti d'arancia" di Harris Joanne
Il famoso film di Stanley Kubrick, A clockwork orange (1971), si intitola così in virtù di un modo di dire irlandese che coinvolge direttamente le arance. L’espressione serve per descrivere una cosa assurda, come l’idea, appunto, che un frutto possa avere un meccanismo interno.
Anthony Burgess, l'autore del romanzo "Arancia meccanica" che ispirò il film di Kubrick, udì la frase in un bar durante un suo soggiorno in Irlanda. Quel termine gli rimase impresso e decise di utilizzarlo per raccontare una storia che fosse anomala, strana quanto un’arancia meccanica.

L'arancia viene rappresentata molto nell'arte pittorica sia nella sua fioritura fragrante come frutto d'oro e le sue verdi foglie, appaiono in diverse composizioni del Rinascimento.I suoi fiori e frutti possono evocare la purezza, la verginità, il matrimonio, la fertilità.

Carnevale d'Ivrea viene festeggiato con la battaglia delle arance; tale tradizione deriva da un'usanza molto antica che ha le sue radici storiche nel Medioevo, quando nel giorno della commemorazione dell'Assunta, il Feudatario regalava, come ricompensa di un anno di lavoro e di stenti, una pentola di fagioli ad ogni famiglia. In segno di protesta contro i sorprusi subiti, i donatari ritennero di buttarle per terra; La rievocazione di tale gesto entrò a far parte delle usanze di Carnevale attraverso il getto dei fagioli inizialmente, e trasformatasi successivamente in getto di arance. E' una battaglia spettacolare con il popolo in piedi ed indifeso, a subire i getti di arance da parte di tiratori, posizionati sopra carri trainati da 2 o 4 cavalli, e provvisti di maschere e tute protettive a forma di armatura, a simboleggiare il potere e la tirannia del Feudatario verso i deboli.

https://lizhandmadelab.wordpress.com/

Fonti: viverepiusani - wikipedia - riza



giovedì 26 febbraio 2015

CRUCIFERE, ovvero cavoli, broccoli, cime di rapa, rucola, ecc (glossario)

Le crucifere (dette anche Brassicacee) sono una famiglia di vegetali che comprende cavoli broccoli rucola crescione rape ravanelli cima di rapa cavolfiori (bianco, siciliano, romanesco) senape rafano. Hanno sapore forte e gusto più o meno amaro, in alcune specie piccante. 
Tra i principi attivi importanti ci sono gli indolo-glucosinolati oggetto di studi scientifici medici come antiossidanti, usati in una sana alimentazione che può aiutare a prevenire il cancro che aiutano a neutralizzare le sostanze tossiche nell’intestino. Le sostanze solforate presenti in questa famiglia svolgono un’importante azione disintossicante del fegato e dell’apparato digerente in genere: sono anche causa del cattivo odore in cottura. I cavoli vengono consigliati anche per gastriti e ulcera, in quanto contengono gefarnato, una sostanza che svolge una funzione gastroprotettrice. 
Il cavolo cappuccio è uno dei più favorevole alla salute, in particolare quello rosso, ricco anche di antociani: consumare crauti, cioè cavoli fermentati, è un’abitudine salutare. 
cavolo romanesco: una scultura vegetale
Tutte le crucifere contengono un notevole contenuto di vitamina C con azione antiossidante, di rinforzo del sistema immunitario (massimi livelli in verze, broccoli e cavolini di Bruxelles), la rucola soprattutto è ricchissima di ferro, i cavolini di Bruxelles di potassio,
Tutti hanno un alto potere saziante grazie al notevole contenuto di fibra solubile, migliorano la stipsi.
Se usati in eccesso questi vegetali hanno però effetto inibitorio sulla secrezione dell’ormone tiroideo e una riduzione dell’assorbimento dello iodio
Le proprietà benefiche risultano, come quasi sempre nelle verdure, da una cottura rapida e in poca acqua: meglio quindi consumarle crude o cotte al vapore. Broccoli, cavolfiore e cavolo cappuccio sono una rivelazione se tagliati finemente e aggiunti a crudo nelle insalate.

sabato 24 gennaio 2015

BURRO (glossario)

Sarà perchè sono milanese doc e come tutti i lombardi non ne faccio a meno, ma non demonizziamo questo fantastico prodotto, naturale e fresco, senza additivi chimici, costituito esclusivamente da panna di latte e acqua centrifugati, quindi con tutte le proprietà del latte. Il burro fatto in montagna d'estate, quando le mucche pascolano con l'erba fresca è fantastico e ricchissimo di proteine e vitamine. Come tutti i grassi è altamente calorico, ed è un grasso saturo, quindi incide sui livelli di colesterolo (una sostanza che è utile all'organismo) ma è da consumare con moderazione (perchè in eccesso causa malattie cardiovascolari e dismetabolie) e sempre freschissimo perché irrancidisce facilmente. Il burro contiene una buona quantità di vitamina D ed E ed è meno calorico dell’olio (l’olio è 99,9% grasso) per la presenza di acqua. Ovviamente la differenza sta nel tipo di grassi: nell’olio sono prevalentemente monoinsaturi (e non c’è colesterolo). È facilmente digeribile solamente se è crudo per via dei suoi grassi saturi a “catena corta”
Trucco per una cucina leggera: comprate il burro fresco, tagliatelo a quadretti di 10 g e surgelatelo: rimarrà per un po' di tempo come lo avrete comprato e lo userete ben dosato, solo quando ne avrete bisogno.
Non mangiate mai grassi di condimento ottenuti  con materie prime di bassa qualità e trattate con prodotti chimici come le margarine vegetali, davvero nocive.
In commercio esistono tipi di burro alleggerito, con meno grassi e calorie rispetto al burro di sola panna: alcuni contengono molti additivi, emulsionanti addensanti, conservanti, ma leggendo attentamente le etichette potrete trovarne uno, di marca famosa e molto diffusa che contiene solo molta più acqua del normale e ha il solo il 60% di materia grassa. 
Oppure preparatevelo in casa, mescolando energicamente una parte di burro e due di yogurt greco, otterrete una mousse molto buona, soffice e decisamente più accettabile a livello calorico: unendo anche poco aglio, prezzemolo e sale, spalmato in modica quantità sul pane, diventa uno stuzzichino  che soddisfa senza troppi sensi di colpa; altro sistema è passare al mixer 60% di burro e 40% acqua gassata. Questi tipi di burro, per la presenza di acqua, vanno usati solo a crudo, mai scaldati in padella.

Se il burro è cotto si formano sostanze nocive (perossidi e polimeri vari) anche a bassa temperatura: se volete cucinare qualche stupenda ricetta tradizionale (come la cotoletta alla milanese) usate il burro chiarificato che non brucia: si trova oggi in commercio nei grandi supermercati o può essere preparato in casa facendo sciogliere il burro, togliendo tutta la schiuma (che è la parte proteica) facendolo raffreddare in frigorifero: si separerà la parte grassa e rassodata dalla parte acquosa rimarrà solo il grasso - che non brucia.


giovedì 12 giugno 2014

TOFU (glossario)


Il tofu è una preparazione fatta a partire dai fagioli di soja: ha il vantaggio di essere un prodotto con alto contenuto di proteine vegetali, quasi privo di grassi, a bassissime calorie, circa 130 per 100 grammi. Un secondo piatto leggero e digeribile: attenzione, qualcuno lo chiama “formaggio” di soja… ma del formaggio non ha neppure il lontano ricordo: e non va mai consumato crudo, com’è nella confezione. Comperate sempre il tofu al naturale, di buona marca biologica, toglietelo dalla confezione e sciacquatelo sotto l’acqua, poi fatelo sempre cuocere: non è adatto ad essere consumato crudo. Come il seitan, ha un sapore neutro e insipido che assorbe il gusto dell’intingolo in cui lo fate insaporire: la fantasia si può sbizzarrire a dargli il sapore che preferite.
la versione affumicata è una risorsa saporita per ottime paste alla Carbonara o all'Amatriciana, quello naturale per creme spalmabili al pesto o al tonno: leggete le mie ricette qui sul blog!
pasta all'amatriciana vegetariana
crema di tofu al tonno, al pesto, alle acciughe e olive

lunedì 21 aprile 2014

AGLIO (glossario)

Miniatura dal "Theatrum Sanitatis" ( sec. XIV).
Roma, Biblioteca Casanatense 
Pianta aromatica fondamentale della cucina mediterranea e non solo, l’ Allium
sativum è un bulbo conosciuto fin dall’antichità per le sue proprietà antisettiche: veniva dato agli schiavi che costruivano le piramidi e ai legionari romani che andavano per il mondo alla conquista dell’impero contro le fatali infezioni polmonari e intestinali. E per secoli venne usato come antibiotico prima che i farmaci chimici conquistassero il mondo con la loro potenza.  Nella cucina dei paesi caldi rimane, insieme al peperoncino e alle spezie, un conservante d’elezione per i cibi.

Ha un interessante effetto sulla fluidificazione del sangue (antiaggregante piastrinico); per questo richiede prudenza nell’uso in chi assume farmaci anticoagulanti contro la trombosi, perché ne potenzia l’effetto. Il suo odore non sempre gradito e molto persistente deriva dalle sostanze solforate che contiene (in particolare l’allicina), che vengono escrete tramite il sudore, il respiro e il reflusso gastroenterico, ma sono proprio queste che hanno le maggiori qualità benefiche: l’aglio inodore che viene venduto in pillole non serve a nulla. 


venerdì 18 aprile 2014

CANNELLA (glossario)

Originaria di Sri Lanka, la Cinnamomun zeylanicum è una pianta diffusa in Oriente, Africa, Caraibi: la corteccia essicata è sempre stata usata nelle antiche medicine tradizionali per le sue proprietà batteriostatiche, antimicrobiche, per l’apparato digerente e per le vie urinarie, come astringente nelle diarree, tropicali e non, oltre che per un uso “riscaldante” utile nelle patologie respiratorie; a livello psichico, come tonico antidepressivo.
In cucina veniva e viene usata come antisettico conservante dei cibi e per facilitare la digestione.

Oggi nuove ricerche scientifiche ne hanno convalidato l’uso come ipoglicemizzante, utile come coadiuvante nelle iperglicemie e nel diabete 2, non-insulinodipendente: è utile per il controllo del peso, proprio per questa sua azione contro la iperglicemia, e aiuta ad abbassare la pressione arteriosa. Con un dosaggio di 2 g al giorno, quindi una dose minima, in tè, infusi o un aggiunta a cibo, si possono ottenere buoni risultati: mai eccedere con la dose per non incorrere in effetti collaterali. Usate sempre cortecce comprate in negozi specializzati con lunga data di scadenza. Esistono anche prodotti in capsule. In cucina le stecche polverizzate vanno bene per aromatizzare i dolci, il riso, le carni brasate. La polvere in commercio è poco profumata, ma utile per alcune preparazioni.

domenica 6 aprile 2014

TE' VERDE, TE' NERO, TE' DIMAGRANTE, "TE' DEL DESERTO" (glossario)

Le foglie del tè, Camelia sinensis, torrefatte subito dopo la raccolta forniscono il tè verde,che ha basso contenuto di caffeina, mentre le foglie torrefatte dopo fermentazione danno il tè nero che ha contenuti di caffeina dallo 0,9 al 5%: i polifenoli contenuti nella pianta modulano l’azione di questo potente alcaloide che è responsabile dell’effetto tonico e stimolante del sistema nervoso centrale, con aumento dell’attenzione e della lucidità. 

sabato 5 aprile 2014

CURRY (glossario)

Curry è un nome dato dagli inglesi alla miscela di spezie che compone il masala (nella lingua tamil  cari  vuol dire salsa, zuppa e identifica la ricetta di pesce carne o verdure). La formula contiene in varie proporzioni molte spezie diverse: curcuma pepe cumino cannella zenzero coriandolo noce moscata fieno greco semi di senape e foglie di curry (piccola pianta Himalayana), chiodi di garofano peperoncino. Molte sono le varianti, a seconda della ricetta personale dei cuochi o di chi prepara le miscele che si vedono coloratissime nei mercati d’Oriente.

sabato 7 dicembre 2013

QUINOA (glossario)


La quinoa cresce ad alta quota, oltre i 3000 metri, sugli altopiani di Perù, Bolivia, Equador ed è alla base dell’alimentazione dei popoli andini, con il mais e l’amaranto. Conosciuta fin dai tempi degli Incas da cui era considerata sacra, chiamata “la madre di tutti i semi”, ha importanti valenze nutritive: oltre ai carboidrati sali minerali, vit. C ed E, fibre, contiene tutti gli aminoacidi essenziali per il nostro organismo, quindi proteine vegetali  per il 13-21%. E’ quindi un alimento completo,
prezioso per chi fa dieta vegetariana.
 

Appartiene alla famiglia delle Chenopodiacee, quindi non è un cereale, ma una pianta erbacea, priva di glutine e quindi adatta ai celiaci, con semi microscopici, buon gusto delicato e rapida cottura. Prima di cuocerla è meglio sciacquarla sotto acqua corrente per eliminare le saponine, sostanze che danno un sapore amarognolo.


lunedì 2 dicembre 2013

MAIS (glossario)

E’  uno dei cereali più diffusi al mondo, coltivato sia nelle regioni tropicali sia in quelle temperate. Da tempi antichissimi il mais è alla base dell’alimentazione dei popoli del Nuovo Mondo, da cui proviene, e in Europa è stato importato dai Conquistadores.
Il suo nome, granoturco, deriva dal fatto che veniva dai paesi esotici, “turchi” e la sua cultura si sviluppò rapidamente in Italia fin dall’inizio del Cinquecento, soprattutto nella pianura padana dove trovò un ambiente climatico favorevole. L’alimentazione dei contadini del NordItalia, basata solo sulla polenta, diede inizio alle epidemie di pellagra, dilagate fino all’Ottocento, perché in questo cereale la niacina (vitamina PP o B3) è inattivata da una antivitamina senza i quali i poveri, che non potevano integrare mangiando alimenti freschi, si ammalavano gravemente. 
Nelle Americhe invece si usa alcalinizzare il mais e ciò rende biodisponibili i nutrienti cosicchè simili carenze non si riscontrano. 
In questi paesi era così importante che gli aztechi lo veneravano come dio. L'Inca, il re dell'impero incaico - oggi Perù - si teneva in salute grazie ai principi attivi contenuti in una squisita bevanda di mais nero fermentato, la chicha morada che purtroppo oggi si può trovare solo sul posto.


Dal germe si ottiene un olio che è meglio usare a crudo, perché non è adatto ad essere fritto: interessante il contenuto di antiossidanti, sodio, ferro, fosforo, potassio e vitamine A e B,. Non contiene glutine, quindi è adatto ai celiaci.

domenica 20 ottobre 2013

SEITAN (glossario)


il seitan è una preparazione a base di glutine di frumento, la parte proteica separata dai carboidrati e fatta bollire con aromi e salsa di soja. Si tratta quindi delle proteine vegetali usate dai vegetariani al posto delle proteine animali: l’aspetto non è invitante, ma il gusto è delicato, morbido e siccome assorbe il sapore degli alimenti con cui è cucinato si presta ad essere preparato in molti modi. Qualcuno pensa che sia la “carne” vegetale, ma è perfettamente inutile il confronto: va assaggiato, perché è leggero, con pochissime calorie (circa 100 per etto), privo di grassi, ad alto contenuto proteico e può essere una sorpresa. E’ consigliabile lavarlo sotto l’acqua corrente per togliere parzialmente il gusto della salsa di soia che coprirebbe tutti gli altri sapori, a meno che la ricetta non preveda il contrario: bisogna usare poco sale perché è già abbastanza sapido e farlo cuocere pochissimo perché è già cotto.
Si trova facilmente nei supermercati e nei negozi di alimenti naturali - di qualità migliore e di vari produttori - 
 

sabato 14 settembre 2013

ZENZERO (glossario)

il rizoma di questa pianta si è diffuso anche da noi e ora si trova in tutti i supermercati. Usato in tutti i paesi tropicali, dall’Asia all’Africa, al mondo arabo, è davvero gradevole, molto meno piccante del peperoncino rosso, ha un vago aroma di limone. Nell’Europa del nord è molto usato per i dolci come il “panpepato” e i biscotti al ginger (da Zingiber officinalis), mischiato ad altre spezie come cannella chiodo di garofano ginepro anice: la birra inglese chiamata ginger ale  contiene estratto di zenzero, così come viene spesso usato negli aperitivi.
Antibatterico e disinfettante intestinale usato in altri tempi prima degli antibiotici, ma ancora oggi nei paesi del Terzo Mondo, digestivo e stimolante le funzioni epatiche e biliari – come tale non va usato da chi soffre di calcoli biliari.  Studi recenti hanno dimostrato che l’uso  della tintura madre in gocce o dell’estratto secco in capsule è attivo contro l’helicobacter pilori, uno dei responsabili di ulcere, gastriti, esofagiti.
Nella medicina tradizionale cinese è usato come “riscaldante” quando si prende freddo, come antiinfiammatorio in caso di raffreddori (ottimo coadiuvante il decotto con un pezzetto di rizoma fresco bollito in acqua per 20 minuti e dolcificato col miele, è buonissimo di sapore oltretutto). Interessante l’uso come antinausea: si è dimostrato che ha la stessa efficacia  della difenidramina, uno degli antiemetici chimici più usati soprattutto per il mal di mare, aria, auto e per la nausea in gravidanza.
Una divertente curiosità: il medico arabo Avicenna nel medioevo lo consigliava mischiato al miele come il viagra dei nostri giorni.
In cucina lo useremo per la carne, il pesce, assieme alle verdure, anche con i cereali e nei dolci soprattutto quelli di pasta frolla. E’ consigliabile usare il rizoma fresco:  sbucciatelo e tagliatelo a pezzetti, poi surgelatelo, per poi utilizzarlo al bisogno. La polvere è meno efficace e non ha un sapore all’altezza del fresco, io non la uso mai.





 

venerdì 23 agosto 2013

CURCUMA (glossario)

la Curcuma longa, della famiglia delle Zinziberacee, come lo zenzero, è chiamata anche zafferano delle Indie, perchè assomiglia per colore e per gusto. Il rizoma è largamente usato nella cucina orientale da migliaia di anni, è l’ingrediente base dei curry e viene usato largamente nell’industria come colorante alimentare. La medicina tradizionale ayurvedica – indiana - l’ha sempre tenuta in grande considerazione per le sue proprietà antiinfiammatorie, digestive, stimolanti la produzione di bile e le funzioni del fegato nella digestione. Oggi la scienza ha scoperto le ottime proprietà nutraceutiche di una sostanza, la curcumina, che ha ottime proprietà antiossidanti e si consiglia per la prevenzione dei tumori, soprattutto alla prostata, e per i problemi biliari . In oncologia oggi si usa per la sua interazione positiva con i chemioterapici e altri farmaci, in quanto ne migliora l’assorbimento. Il sapore è dolce aromatico con una nota leggermente piccante, si può usare al posto dello zafferano nel risotto alla milanese o in altri  piatti di pesce o di carne, soprattutto con il pollo e i legumi.

martedì 27 novembre 2012

Trucchi per una cucina leggera


ERBE E SPEZIE - nelle ricette vengono suggerite molto spesso spezie nostrane o esotiche, erbe aromatiche, aglio e peperoncino: ovviamente si useranno a seconda del gusto personale e  dei problemi digestivi, perché quasi tutti questi elementi  aumentano la secrezione gastrica e quindi devono essere usate con parsimonia o addirittura evitate da chi soffre di ulcera e gastropatie. 
Tutti questi insaporitori, oltre a dare al piatto il tocco personale del cuoco, servono ad aumentare la sapidità e quindi fanno risparmiare il sale da cucina che è dannoso per la salute se usato in eccesso e i grassi che aumentano le calorie.
E’ importante imparare a dosare le spezie: usate in quantità eccessive, come succede nei paesi tropicali e in Oriente, non sono adatte al nostro palato mediterraneo. Usate in dose minima invece danno sapore e hanno proprietà specifiche molto interessanti per la salute: sperimentate la vostra dose ideale, partendo sempre da quantità piccolissime (nel glossario a pag. …. potrete trovare le caratteristiche di alcune erbe e spezie usate nelle ricette).
Nei paesi tropicali sono usate da tempo immemorabile come antibiotici, per conservare i cibi in ambienti caldi, dove non sempre c’era, o c’è l’indispensabile frigorifero: inoltre, aumentando la vasodilatazione dello stomaco e la secrezione gastrica aiutano a digerire in ambienti dove le alte temperature favoriscono invece la vasodilatazione periferica. Niente avviene per caso nella cultura dei popoli della Terra! Del resto anche nell’ Italia del sud il peperoncino rosso viene usato con abbondanza, insieme all’aglio e ad altre erbe aromatiche tipiche della flora mediterranea.

 INFUSIONE DI AGLIO – non bisogna mai far rosolare a lungo l’aglio, altrimenti diventa indigesto e cambia sapore. Scaldate poco l’olio con gli spicchi sbucciati – e il peperoncino se la ricetta o il vostro gusto lo prevedono – poi togliete dal fuoco e lasciate in infusione per qualche minuto, inclinando il pentolino, poi eliminate l’aglio e usate solo l’olio così profumato, delicato e digeribile.

 LASCIATE A BAGNO PEPERONI E CIPOLLE, SALATE I CETRIOLI - un trucco per rendere la cipolla leggera: tritatela, lasciatela a bagno in acqua fredda per mezz’ora e scolatela bene, oppure tagliatela a pezzi e lasciatela a mollo nell’acqua fredda per un’ora circa, poi tritatela. Il peperone, ripulito dai filamenti bianchi interni e dai semi, va lasciato in acqua fredda per un po’: oppure va eliminata la buccia con un attrezzo pelacarote. I cetrioli invece vanno sbucciati, tagliati a rondelle  salati e messi in un colino: perderanno moltissimo liquido, che contiene le sostanze che rendono questa verdura indigesta: dopo almeno un’ora sciacquateli in acqua corrente e usateli come volete, non rimarranno salati.
Questi sistemi fanno perdere alcuni nutrienti alle verdure, ma hanno il vantaggio di togliere proprio i succhi che le rendono poco digeribili.

SCOTTATE ALCUNI TIPI DI VERDURE PRIMA DI CONDIRLI – alcuni tipi di verdure assorbono molto olio o condimento: patate, zucca, melanzane sono vere spugne. In una cucina leggera è meglio quindi scottarle per fissare l’amido o sigillare la superficie. Le patate vanno scottate per 5 minuti in acqua salata, tagliate a pezzetti; la zucca va passata in forno caldissimo, intera, con tutta la sua buccia, per 20-30 minuti,  se è una fetta soltanto va prima avvolta in carta da forno; la melanzana, tagliata a fette, va passata sulla piastra o nella bistecchiera per due o tre minuti, poi utilizzata per le varie preparazioni.

USATE MOLTA VERDURA PER FARE QUANTITA’ – le norme per una buona nutrizione consigliano di abbondare con le verdure per l’apporto di sostanze importanti per la nostra salute: inoltre dal punto di vista psicologico l’uso di questi alimenti sazianti e a bassissime calorie serve per ingannare occhi e  stomaco. Anche la vista vuole la sua parte: usiamo i colori delle verdure per rallegrare i cibi che mangiamo con nuove energie.

INVECE DI FARE I SOFFRITTI - mettete cipolla (e/o sedano e carota) con poca acqua in una padella, fate “sudare”, cioè cuocere lentamente con poco sale, due cucchiai d’acqua e pochissimo olio: coprite  per far uscire acqua dalla verdura. Quando la verdura è appassita lasciate rosolare. Se preferite l’olio si può aggiungere  a crudo alla fine. Questo metodo serve inoltre a cuocere molte verdure ricche di liquidi che però non richiedono aggiunta di acqua - che in alcuni casi rovina il gusto - e senza dover abbondare in condimenti grassi: sono adatte le zucchine, il radicchio, la scarola e le verdure a foglia.

IMPANATURA LEGGERA – è davvero troppo buona per rinunciarvi: d’altra parte se fatta come dice la tradizione richiede un quantitativo di grassi proibitivo: questo procedimento invece lascia identico il gusto, ma fa guadagnare leggerezza. Prendete l’alimento da impanare, passatelo prima nell’uovo sbattuto senza sale – chi deve evitare il tuorlo utilizzi solo l’albume – poi nel pangrattato: ungete le mani con poco olio, e premetele  impregnando un po’ il pangrattato, poi cuocete in forno molto caldo fino a che si sarà abbrustolita la crosticina.
Un altro sistema: passate l’alimento (adatte le carni e i filetti di pesce, i molluschi) nel latte e nella mollica di pane fresco frullato grossolanamente con prezzemolo, aglio e peperoncino. Il pane fresco grattugiato contiene molta acqua e nel forno rimale più morbido.

CONDITE CON OLIO DOPO LA COTTURA, A CRUDO – cuocere senza condimenti per poi condire a crudo il piatto prima di servirlo è davvero il modo migliore per dare a un alimento i grassi necessari a una corretta nutrizione.

CONDIMENTI GRASSI - Il condimento è ciò che dà palatabilità al cibo, ma se cotto a lungo e ad alta temperatura sviluppa sostanze nocive – guai all’olio che “fuma” nella pentola o il burro che diventa bruno! Vanno assolutamente buttati via -. Se si usano però quantità minime di condimenti grassi il cibo non cuoce o brucia. Si può ovviare al problema  usando pochissimo olio con qualche cucchiaio di acqua o di brodo o di vino bianco fin dall’inizio della cottura, aggiungendo il sale che fa uscire l’acqua contenuta negli alimenti e coprendo la pentola con un coperchio. A fine cottura si alza la fiamma e si fa asciugare il fondo di cottura. Con lo stesso metodo si possono cucinare le verdure dure, come zucca, patate, carciofi, finocchi, piselli ecc. Quindi: olio, acqua, sale, verdure a pezzi e portare a cottura lentamente, col coperchio; in ultimo far rosolare a fuoco vivo.

MAI SALARE LE CARNI ALL’INIZIO DELLA COTTURA - con le carni non va usato il sale all’inizio della cottura: bisogna sigillarne le cellule nella pentola a fuoco vivo, far rosolare bene, poi unire la parte liquida, altrimenti si perdono i nutrienti che escono dalla carne con i succhi. Per la stessa ragione è meglio girare la carne con le pinze e non con la forchetta, per non bucarla.

DOLCIFICATE  O INSAPORITE CON FRUTTA SECCA O MIELE – invece dello zucchero raffinato, che ha calorie “vuote” è preferibile usare miele o frutta secca, che hanno un alto valore nutritivo oltre che un gusto delicato.

PREFERITE PRODOTTI INTEGRALI  – I prodotti integrali sono importanti per la nostra salute per l’alto valore nutrizionale in quanto mantengono intatti vitamine, sali minerali e  fibre. I processi di raffinazione spesso sono condotti con prodotti chimici – com’è il caso degli oli di semi e dello zucchero – oppure impoveriscono gli alimenti – come nei cereali in seme e nelle farine.  Hanno un potere saziante maggiore degli alimenti raffinati perché contengono più fibre.

COTTURE BREVI – le lunghe cotture non sono più di moda oggi: non soltanto perché non abbiamo tempo da perdere, ma perché il calore distrugge molte sostanze nutritive e qualità organolettiche. La scienza lo conferma: meglio cuocere poco le verdure, perché non perdano croccantezza e sapore, il pesce può diventare asciutto e stopposo, alcuni tagli di carne si induriscono troppo. Invece è meglio cuocere bene carni come il maiale o il pollo, che facilmente vanno incontro a contaminazioni batteriche se non sono conservate nel migliore dei modi.

“RISOTTATE” LA PASTA – questo procedimento serve a insaporire la pasta nel modo più goloso. Una volta preparato un sugo piuttosto liquido si aggiunge la pasta, fresca o di piccola pezzatura, si mescola aggiungendo poco per volta acqua bollente quanto basta e si porta a cottura come si trattasse di un risotto, mantecando nel finale. Perfetto col ragù o con il sugo di pomodoro, con l’amatriciana o un sugo di pesce: la pasta risulterà morbida e ben amalgamata, perché i grassi si sono emulsionati con l’amido e i liquidi, formando una crema gustosissima. 
Nel caso si vogliano usare formati di pasta più grandi andranno cotti in acqua salata, poi scolati molto al dente e buttati in padella nel sugo, utilizzando per terminare l’acqua di cottura, mescolando bene per formare una crema morbida.

 
SPADELLATE LA PASTA - per cucinare una vera pasta da chef non bisogna mai tralasciare di spadellarla, cioè di scolarla al dente, versarla nella padella del sugo con due o tre cucchiai di acqua di cottura e terminare mescolando  perché possa davvero assorbire il sugo e formare con l’amido un fondo morbido e cremoso.

USATE LO YOGURT COME CONDIMENTO - si può usare lo yogurt greco con 1%  grassi, 57 calorie per 100g, che ha il sapore migliore, meno acido ed è molto più cremoso dello yogurt normale magro: serve per legare i fondi di cottura come si farebbe con la panna o il burro; nei paesi del nord-est Europa lo usano insieme alla panna acida che è ottima – esiste anche a bassissime calorie, ma è di difficile reperibilità. Provate a condire semplici patate lessate calde con lo yogurt greco freddo mescolato a prezzemolo, sale pepe e uno spicchio d’aglio (olio facoltativo): delizioso il contrasto caldo freddo, ottimo il sapore, pochissime le calorie

AL POSTO DEL PARMIGIANO – il re dei formaggi ha caratteristiche nutrizionali importantissime, ma chi deve fare a meno dei latticini può sostituirlo con ingredienti altrettanto gustosi, per esempio il pangrattato tostato – tipico della cucina siciliana -, pistacchi, mandorle o nocciole tritati o semi di sesamo o girasole. Questi alimenti danno croccantezza al piatto, gusto e sapidità: sono ricchi di acidi grassi polinsaturi benefici per la salute. Si fanno tostare in padella antiaderente, senza grassi, fino a doratura, per sprigionare aroma e rosolare i grassi naturali di cui sono costituiti.

SALE – se usato in eccesso può provocare guai alla salute, ma fin dall’antichità è stato usato come moneta e oggetto di commerci per la sua importanza come alimento e conservante dei cibi.
Oggi nei supermercati, gastronomie e negozi di alimenti naturali si trovano sali di tutte le provenienze, integrali, affumicati, esotici, con minerali particolari, erbe, iodati, di provenienza marina o salgemma di miniera. Quale usare? Meglio il sale integrale non raffinato, che contiene molti minerali e iodio, in quantità ragionevoli: è anche il meno costoso.
Si possono preparare ottimi sali aromatici frullando le erbe e spezie preferite con il sale grosso, lasciandole essiccare bene al sole d’estate, sul calorifero d’inverno per alcuni giorni, conservandoli poi in barattoli a chiusura ermetica. Si usano al posto del puro sale. Ecco qualche mistura: per gli arrosti - sale salvia rosmarino alloro pepe aglio – per sughi e minestre – basilico prezzemolo origano maggiorana timo pepe aglio peperoncino -. La vostra fantasia e il vostro gusto inventeranno altri aromi .

SALATE L’ACQUA DELLA LA PASTA A METÀ COTTURA – in questo modo la pasta risulterà sapida, ma avrà assorbito sale solo in superficie, con il vantaggio di risparmiare la quantità di questo prodotto che va usato con molta moderazione.

USATE PIATTI PICCOLI – una quantità piccola di cibo in un piatto molto grande è una soluzione elegante, molto di moda nei ristoranti: ma è frustrante per chi è a dieta e ha sempre fame. Meglio usare piatti piccoli che danno l’impressione di essere molto pieni anche se contengono una porzione ridotta.

PADELLE ANTIADERENTI E CARTA DA FORNO – servono per diminuire la quantità di grassi che dobbiamo usare per far sì che i cibi non si attacchino al fondo della pentola. Per fare in modo che la carta da forno non bruci si può bagnare con acqua, strizzare e poi stendere nella teglia.