giovedì 6 luglio 2017

la cioccolata degli aztechi: buonissima anche fredda, una bevanda golosa per l'estate

La cioccolata classica è una bevanda inimitabile...ma questa ricetta è così buona che confesso, mi piace ancora di più. E' molto più leggera della classica con il latte, più digeribile e meno calorica, è praticamente quasi priva di grassi - tranne quelli contenuti nel cacao amaro. Diventa dietetica se invece dello zucchero mettete il dolcificante, anche se, sinceramente, non ne vale la pena; la cannella ha proprietà ipoglicemizzanti.... E' buonissima calda, secondo tradizione, ma è ottima fredda di frigorifero. Assolutamente da provare!

1 tazza di acqua
1 cucchiaio colmo di buon cacao amaro
1 cucchiaino di zucchero (qui regolatevi a piacere)
1 pezzetto di cannella



Fate bollire l'acqua con un pezzetto di cannella o peperoncino o cardamomo o quello che vi piace: togliete dal fuoco, unite zucchero e cacao, mescolate bene, poi rimettete a fuoco basso sempre mescolando per due minuti. Assaggiate, regolate il gusto come vi piace, più o meno carico di cacao o zucchero. Togliete il pezzetto di cannella e servite caldo o fate raffreddare in frigorifero. Poi leccatevi i baffi, se li avete...

Per questa ricetta mi sono ispirata al libro "Come l'acqua per il cioccolato" da cui è stato tratto un film altrettanto bello: per me uno dei più bei libri in cui il cibo è coprotagonista. Qualche parola sul libro, da leggere sorseggiando la cioccolata di Tita


"Come acqua per il cioccolato" di Laura Esquivel (1989)
Do il titolo originale perché quello in italiano, “Dolce come il cioccolato” è sbagliato: l’acqua e il cioccolato insieme bollono, fanno faville, si arrabbiano, proprio come l’ira di Tita...che non è dolce per niente.
Il lettore è stimolato e affascinato dai segreti dell’amore e della vita raccontati attraverso il cibo. Il filone è quello del realismo magico sudamericano, dove, tra eventi surreali e fantasia sfrenata, tra cibo, storie, magie, passione, si racconta la storia d’amore di Tita e Pedro che è splendida, leggera anche nei risvolti drammatici: innamorati da sempre, non possono sposarsi per una ridicola tradizione di famiglia ma riescono comunque a viverla sempre e a consumarla dopo tantissimi anni con un magico incendio finale.
Il cibo è protagonista come metafora d’amore e di sensualità, come rito, creazione, promessa e concreta espressione di emozioni: queste sono veicolate dai sapori e dai profumi, attraverso il gusto si risveglia il legame erotico tra le persone. Le ricette e gli antichi rimedi erboristici scandiscono la storia, ambientata nel Messico, tra fine Ottocento e primi Novecento, con, sullo sfondo, la rivoluzione di Pancho Villa.