70 g spaghetti
6 sarde
150 g finocchietto selvatico
6 pomodorini Pachino
aglio peperoncino
olio evo
1 cucchiai di uvetta sultanina e 1 di pinoli
buccia di limone grattugiata
Tipica ricetta siciliana in versione alleggerita, è altrettanto
buona e a me piace molto. Il segreto dello chef è mettere la giusta quantità di
olio perché sia molto saporita, ma non unta.
Il gusto dolce dell’uvetta, l’aroma del limone danno un
tocco delizioso: il finocchietto selvatico si sposa perfettamente col pesce,
vale la pena coltivarlo sul balcone ( è una pianta perenne) e approfittare
delle sue proprietà digestive. A volte aggiungo il pangrattato tostato con
aglio e poco olio sparso in ultimo sulla pasta (come si fa col parmigiano). Essenziale
comprare sarde freschissime: come tutti i pesci azzurri, ricchi di acidi grassi
polinsaturi omega 3 e 6 si alterano in poche ore.
Fate bollire il finocchietto in acqua bollente salata: usate
solo gli apici con le foglie, i gambi solo se non sono troppo duri. Tritatelo
col coltello. Pulite le sarde, togliete testa, interiora e lische, lavatele,
asciugatele e infarinatele leggermente. Mettete in ammollo l’uvetta. Mettete a
cuocere la pasta. In una padella antiaderente mettete un po’ di olio, due
cucchiai sono sufficienti, scaldatelo e friggete le sarde un minuto per parte,
poi asciugatele con carta da cucina.
In un’altra padella mettete olio, aglio e
peperoncino, scaldate appena, poi levate dal fuoco e lasciate in infusione: è
importantissimo non far bruciare aglio e peperoncino, che altrimenti prendono
un sapore pessimo. Rimettete sul fuoco con i pomodorini tagliati a metà, fate
saltare, unite il finocchietto tritato, uvetta e pinoli, cuocete per tre,
quattro minuti, in ultimo aggiungete le sarde senza più cuocere. Scolate la
pasta al dente, tenendo mezza tazza di acqua di cottura, e mettetela nella
padella col sugo a fuoco molto alto, unite la buccia grattugita, poca acqua di
cottura, un giro d’olio e mantecate per uno due minuti.
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